Uno degli aspetti più caratteristici del Salento è quello gastronomico, espressione della cultura e delle tradizioni più antiche del territorio. Si pensi ad esempio alle pittule, alle frise, alle pucce, al pasticciotto accompagnato dal fresco caffè leccese con latte di mandorla e alla scapece gallipolina.
Tra tutte queste delizie dobbiamo menzionare anche ciceri e tria, un piatto semplice della tradizione salentina, dall’indiscutibile gusto autentico.
Ciceri e tria non sono altro che la versione salentina di pasta e ceci: ciceri è infatti il termine dialettale per indicare i legumi, mentre tria è una parola che ha con molta probabilità origini arabe. In passato infatti si usava il termine Itrya, a indicare la pasta secca: gli arabi, che avevano colonizzato la Sicilia, avevano l’abitudine di seccare la pasta per poterla conservare durante i loro viaggi. Gli scambi commerciali e culturali hanno portato questa usanza, documentata anche dal geografo Al Idrisi nel suo Libro di Ruggero del 1154, fino al Salento e in generale in tutto il Mediterraneo.
In realtà lo stesso poeta latino Orazio, già nel 35 a.C., nelle Satire parla di ceci e lagane, con quest’ultima parola che indica proprio la pasta tagliata a striscioline.
Ciceri e tria è un piatto che si cucina tutto l’anno, ma ci sono periodi in cui diventa il protagonista delle tavole salentine, come ad esempio il 19 marzo, quando si celebra San Giuseppe.
A Ugento, il 6 agosto di ogni anno si celebra la sagra di ciceri e tria, con le massaie che preparano la pasta davanti agli occhi dei visitatori. Eppure non è difficile preparalo in casa: per prima cosa bisogna mettere a mollo i ceci in acqua per 12 ore per ammorbidirli. Successivamente, in una pignata in terracotta, fare soffriggere l’olio con aglio, cipolla a fette e peperoncino, per poi unire i ceci e abbastanza acqua da coprirli, aggiungendo poi aromi come sale, rosmarino e qualche pomodoro pelato. La cottura deve avvenire a fuoco lento per circa 3 ore.
Per preparare la tria, ossia la pasta, bisogna impastare acqua tiepida (2 l circa) con un pizzico di sale e 400 g di semola di grano duro. Stendere poi la massa a un’altezza di 3 mm. e ritagliare striscioline larghe 2 cm, arrotolarne e farle seccare per 1 oretta circa. Cuocere infine la pasta, tranne qualche strisciolina che andrà fritta per guarnire il piatto finale e unirla ai ceci, finendo il tutto con un filo di olio di oliva.
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