L’enogastronomia è uno degli aspetti che, assieme all’arte, alla storia e alle tradizioni, rendono il Salento una terra bella, accogliente e interessante da visitare.
La cucina salentina, nonostante oggi sia apprezzata anche dai palati più esigenti, è di origini povere e contadine: dalla puccia alle frise, dalla Scurdijata alla paparina fino alle pittule, vera e propria leccornia da consumarsi in ogni periodo dell’anno.
La tradizione vuole che le pittule salentine si consumino generalmente l’8 dicembre (il giorno in cui si celebra l’Immacolata Concezione) oppure l’11 novembre, la festa di San Martino che porta nelle case del Salento il vino nuovo da sorseggiare come buon auspicio.
In passato le pittule venivano mangiate solamente una volta all’anno, generalmente a Natale e addirittura venivano date anche agli animali: la leggenda narra che questi potessero parlare con gli angeli solo il 25 novembre e, riferendo del buon pasto ricevuto dai padroni, avrebbero propiziato per questi una maggiore protezione divina.
Si racconta anche che la pittula sia nata per l’errore di una massaia che, avendo fatto fermentare troppo la pasta del pane, decise di friggerne delle parti creando così questa leccornia.
Oggi le pittule si consumano tutto l’anno, in purezza oppure farcite con rape ‘nfucate, peperoni, cavolfiore bollito oppure, nel periodo dell’Avvento, con baccalà o borragine. Buonissime sono anche le pittule alla pizzaiola, con impasto arricchito con olive verdi e nere, capperi, origano e pomodoro.
Gli amanti del dolce potranno poi gustarle cosparse di zucchero o miele, senza dimenticare le pittule con patate dolci nell’impasto.
La ricetta base per preparare le pittule è semplicissima: occorrono 375 ml di acqua (rigorosamente tiepida), 500 gr di farina, 1/2 cucchiaio di sale e 12 gr di lievito di birra. Bisogna versare al centro della farina il lievito disciolto in una parte dell’acqua tiepida, per poi inserire la restante acqua nella quale è stato sciolto il sale. L’impasto deve risultare particolarmente colloso, per cui, qualora sia necessario, si può aggiungere altra acqua. Con il cucchiaio poi prendere un po’ di impasto e, aiutandosi con un dito inumidito, versarlo nell’olio di semi bollente, creando quelle codette caratteristiche delle pittule.
In Salento non mancano le feste dedicate a questo prodotto tipico: ad esempio a Oria, nel brindisino, si svolge la Pettolata l’8 dicembre nel Rione Lama; a Specchia invece la Sagra della Pettola si svolge alla Vigilia di Natale, tra degustazioni (non solo delle pittule ma anche di vino locale, delle pucce alle olive e della tipica taieddhra) e Fòcara conclusiva a simboleggiare la nascita del Bambino Gesù.
Anche in Piazza del Municipio a Surano si svolge la Sagra della Pittula, servita ai visitatori semplice, alla pizzaiola oppure farcita con arringhe.
La Masserie LuciaGiovanni rappresenta l’essenza dell’ospitalità salentina, dove la tradizione si mescola alle atmosfere orientali e dove l’ospite è trattato come un re, tra servizi esclusivi tutti da provare.
Masseria&Spa Luciagiovanni
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