I Romani hanno definito l’estremo lembo meridionale del Capo di Leuca con l’espressione de finibus terrae perché è in questo punto che la terra si interrompe per lasciare spazio al mare. Qui sorge Santa Maria di Leuca, una delle frazioni più famose di Castrignano del Capo, con monumenti che oggi sono il simbolo di questa terra, dove storia e leggenda si mescolano.
Pare che le origini del nome Santa Maria di Leuca siano legate ai greci, abbagliati dalla luce che risplendeva in questa assolata terra (leukos significa bianco). Il passaggio di San Pietro, che proprio a Leuca cominciò la sua opera di evangelizzazione, ha completato il nome di questo bellissimo borgo. La leggenda invece racconta della sirena Leucasia che, furente per il suo amore non corrisposto da parte di Melisso, decise di uccidere il giovane e la sua amata Aristula scaraventandoli mortalmente in mare. Gli dei assistettero alla scena e donarono l’immortalità ai giovani innamorati, trasformandoli nei promontori di Punta Meliso e Punta Ristola. Leucasia, devastata dal rimorso, si trasformò anche lei in pietra, la stessa dove è stata edificata poi Santa Maria di Leuca.
In cima al promontorio di Punta Meliso si erge il Santuario di S. Maria de finibus terrae, costruito sulle vestigia di un antico tempio dedicato a Minerva. All’interno, tra affreschi del Mercaldi e un dipinto di Jacopo Palma il Giovane, è ancora conservata l’Ara di Minerva. Sul luminosissimo sagrato del santuario svettano una colonna con la statua della Vergine in cima e una croce di pietra a ricordare il passaggio dell’apostolo Pietro.
Dal Santuario si scorge poi l’iconico faro che, dal 1873, segna la via ai naviganti: dalla cima di questa candida costruzione, nelle giornate più terse, si possono avvistare anche le coste di Corfù e dell’Albania.
Dal piazzale del Santuario di S. Maria parte una Cascata Monumentale costruita per celebrare l’Acquedotto Pugliese. La cascata artificiale è affiancata da una scalinata di quasi 300 scalini, ai piedi dei quali si incontrano una Colonna Romana e il “Trittico della Trascendenza”, dedicato alla leggenda di Leucasia.
Nell’800 cominciarono a spuntare a Leuca tante eleganti dimore costruite per trascorrere la stagione estiva. Queste ville sorprendono per i loro variegati stili, dal moresco al liberty fino al medievale: spiccano l’antica Villa Romasi, la neoclassica Villa Fuortes e l’orientaleggiante Villa Episcopo di colore bianco e azzurro. Altrettanto belle sono poi la sobria Villa Pia, con tanto di mura merlate, e Villa Mellacqua, un vero e proprio castello rosso.
Tutte le ville hanno il loro accesso al mare e sulla costa si possono oggi scorgere le antiche Bagnarole ovvero una specie di cabine in muratura che permettevano alle signore di fare il bagno nella privacy che si richiedeva all’epoca.
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