La gastronomia è uno dei valori aggiunti del Salento, che vanta un patrimonio culinario davvero notevole, composto da piatti di origine povera ma estremamente gustosi, adatti davvero a tutti i palati.
Le frise, la puccia farcita, il pasticciotto e la scapece sono solo alcune delle leccornie che si possono assaggiare durante una vacanza in Salento, tipici esempi di quello street-food che permette a tutti di mangiare piatti locali passeggiando tra i vicoli dei borghi o stando comodamente seduti in spiaggia.
C’è poi la cupeta, uno dei dolci più rappresentativi del Salento: ricorda vagamente il torrone ed è la protagonista delle sagre e delle feste che animano la calda e vivace estate salentina.
La cupeta è un gustosissimo dolcetto salentino molto simile al torrone ed è a base di mandorle: nonostante si pensasse in passato che il termine derivasse dal latino cupeda, oggi le origini della parola sono chiaramente arabe, ossia da qubbayt, che significa conserva dolce. Un documento del 1287 parla di questa pietanza come un dolce a base di mele, mandorle, semi di sesamo e ceci tostati: pare poi che sia comparso perfino sulle tavole del sontuoso banchetto nuziale del 1517, in occasione del matrimonio tra Sigismondo II il Vecchio e Bona Sforza.
Oggi, nonostante sia un dolce che la tradizione vuole consumarsi nel periodo dell’Avvento, la cupeta si consuma praticamente in ogni periodo dell’anno, fredda oppure calda, modo migliore secondo i locali per meglio assaporarla.
Si accompagna solitamente con il caffè oppure con liquori come il mandarinetto e il limoncello: la cupeta si prepara solo con le mandorle, ma i cosiddetti cupetari, che nel corso delle sagre salentine mostrano tutta la loro abilità nella preparazione di questa leccornia, ne propongono versioni con i pistacchi, con le nocciole oppure con le noci e il miele.
Servono pochi ingredienti per preparare in casa la classica cupeta salentina, ovvero:
Per prima cosa bisogna bollire le mandorle, farle raffreddare, sbucciarle e poi tostarle in forno a 180°C per circa 5 minuti, stando attenti a non farle bruciare.
Nel frattempo si può procedere nella preparazione del caramello, mettendo sul fuoco dolce un pentolino con lo zucchero, la vanillina, l’acqua e il succo dell’agrume che si è scelto, tra arancia o limone. Bisogna far cuocere mescolando sempre con un cucchiaio di legno, fino a quando il caramello avrà raggiunto la temperatura di 140°C (è pronto quando presenta un bel colore dorato).
Aggiungere le mandorle tagliate grossolanamente, farle amalgamare al composto e versare il tutto su una lastra di marmo oppure su una teglia foderata con la carta da forno, lasciare raffreddare e poi spezzare la cupeta con le mani o con un coltello (quando è ancora tiepida). Un’idea in più può essere quella di grattugiare la scorza di limone o di arancia, biologici, sulla cupeta bollente appena stesa, per avere una più decisa nota agrumata.
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