Di assoluta importanza nel contesto barocco e rinascimentale della città di Lecce, Palazzo Adorno è una delle residenze signorili più affascinanti e prestigiose tra quelle presenti nel centro storico del capoluogo salentino.
Fu realizzato durante la seconda metà del XVI secolo nell’area, all’epoca ricca di memorie ebraiche, nella quale sorge il Palazzo dei Celestini con l’attigua Basilica di Santa Croce. L’enorme cantiere, destinato a modificare per sempre il centro storico di Lecce, fu allestito nel 1549. Qualche anno più tardi, intorno al 1568, fu eretto anche Palazzo Adorno, autentico capolavoro dell’arte barocca.
I proprietari dell’edificio erano gli Adorno, famiglia di mercanti originaria di Genova. Gli Adorno, non appena giunti nel Salento ai primi del 1500, decisero di trasferirvisi definitivamente, in modo da rafforzare i propri traffici commerciali. Le mura di Palazzo Adorno costituiscono una sorta di enciclopedia, grazie alle numerose date incise sulle bugne, che indicano le principali tappe della storia della famiglia Adorno e del palazzo.
Le chiavi dell’edificio furono consegnate ai proprietari intorno al 1568; successivamente, nel 1600, vi si trasferì Giovanni Cicala, barone della vicina Sternatia. Giovanni Cicala lasciò il palazzo al figlio Girolamo, poeta apprezzatissimo che riuscì a trasformare l’edificio in un punto di riferimento per i letterati e gli aristocratici dell’epoca. Qualche anno dopo, la famiglia Cicala, ormai caduta in disgrazia, fu costretta ad affittare alcune stanze del palazzo. Qualche decennio più tardi, i Personè acquistarono buona parte dell’immobile, diventando gli unici proprietari legittimi di Palazzo Adorno verso la metà del XVIII secolo. Fino al 1898, Palazzo Adorno fu abitato dai discendenti della famiglia Personè, finché anche loro non furono costretti a vendere.
Il 16 ottobre del 1952 la Provincia di Lecce divenne unica proprietaria dell’edificio, il quale fu restaurato con fondi statali a partire dal 1987. Il palazzo è stato quindi riconsegnato alla città nel 1998, anno a partire dal quale è diventato visitabile.
Una delle caratteristiche salienti di Palazzo Adorno è la presenza del bugnato liscio a punta di diamante a copertura delle pareti esterne e di parte di quelle interne. Proprio il bugnato è in grado di conferirgli un’eleganza e una raffinatezza uniche, ulteriormente esaltate dal gioco di luci e ombre offerta a determinate ore del giorno dai raggi del sole che ne colpiscono la facciata.
L’ampio ingresso ad arco è fiancheggiato da due paraste e sormontato dallo stemma della famiglia Adorno.
Appena entrati nell’androne del palazzo è possibile perdersi negli straordinari dipinti di Gianserio Strafella di Copertino, realizzati nel 1573 ma riportati alla luce soltanto nel 1998, durante i lavori di restauro. Fortemente rimaneggiati ma ugualmente ricchi di fascino, gli affreschi sono custoditi all’interno di un’ampia nicchia, collocata sulla parete sinistra dell’androne. Molto probabilmente, gli affreschi di Gianserio Strafella di Copertino facevano parte di un ciclo pittorico voluto e ideato dagli Adorno per omaggiare la famiglia Loffredo, cui apparteneva Ferrante Loffredo, governatore delle province di Terra d’Otranto e di Bari, nonché castellano di Lecce.
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