La bellezza del Salento, ormai riconosciuta non solo a livello nazionale, è legata a doppio filo alla sua arte barocca, ai suoi pittoreschi borghi, al folklore e infine ai suoi paesaggi. Non solo dunque distese di ulivi millenari e spiagge caraibiche, ma anche tratti costieri rocciosi, che celano insenature e baie spettacolari. Tra queste c’è Porto Badisco, un luogo unico dal punto di vista naturalistico dove leggenda e storia si fondono, regalando a questa baia un fascino intramontabile.
Si credeva che Porto Badisco fosse stato l’approdo di Enea, fuggiasco da una Troia ormai distrutta, assieme al padre Ascanio e al figlio Anchise. In realtà, dal VI canto dell’Eneide, Virgilio specifica che la prima cosa che Enea vide della costa italica, fu il tempio di Minerva, i cui resti sono stati trovati a Castro Marina.
Porto Badisco è comunque descritto da Virgilio come un luogo dove il porto è nascosto e “due promontori spumeggiano di acqua salata”. È proprio così che si presenta questa baia a 8 km da Otranto, riparata dai venti e lambita da un mare straordinario e cristallino, che regala mille sfumature di azzurro a chi ha la fortuna di goderselo.
La spiaggia è ampia circa 500 mt ed è libera, anche se è presente un servizio noleggio di sdraio e ombrelloni, per rendere la vacanza rilassante e comoda per tutti. I fondali sono inizialmente sabbiosi e dolcemente degradanti, diventando subito profondo.
Il contrasto cromatico a Porto Badisco è davvero notevole, tra la spiaggia dorata, il mare turchese e la macchia mediterranea che punteggia i promontori circostanti.
Il mare di Porto Badisco è poi ricchissimo di ricci, una vera leccornia del luogo. Si possono pescare direttamente immergendosi, per poi degustarli al naturale con un po’ di pane o con un cucchiaino, assaporando il vero mare del Salento.
A due passi dalla baia sorge la meravigliosa Grotta dei Cervi, chiusa al pubblico per preservare la ricchezza storica di questo ambiente carsico. È considerata la “Cappella Sistina della Preistoria” perché all’interno è presente un vasto ciclo di pitture rupestri del Neolitico. Si distinguono figure geometriche, simboli magici, scene di caccia al cervo e figure umane, tra le quali quello che sembra uno stregone. Molto suggestiva è poi la grotta sulle cui pareti sono impresse decine di impronte di mani, lasciate millenni fa da uomini, donne e bambini.
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