Il Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano è uno dei luoghi salentini più amati dai turisti, poiché i suoi 1.100 ettari sono l’habitat naturale di moltissime specie locali di flora e di fauna.
Si trova a soli pochi chilometri dall’area marina di Porto Cesareo ed è stato istituito nel 2006. È una delle aree più incontaminate della Puglia, dove la pace e la natura s’incontrano e regnano sovrane.
È proprio a ridosso della spiaggia che si estende la macchia mediterranea di Porto Selvaggio, caratterizzata da alberi che sembravano ormai scomparsi, come carrubi, fragni e lentischi. Si alternano a distese di ginestre e cisti, e insieme agli arbusti di ginepro, mirto, timo e rosmarino, punteggiano la costa in pietra bianca e frastagliata che caratterizza la zona di Nardò, in provincia di Lecce.
L’entroterra del Parco è abitato dai pini d’Aleppo, che si estendono per ben 300 ettari, per ospitare passeggiate ed escursioni. Questo è il paradiso degli appassionati della natura, che qui potranno riconoscere l’alisso di Leuca, arbusto rigoglioso dai fiori piccoli, gialli e vivaci, lo statice salentino, la campanula e la scrofularia pugliese, che si contraddistingue per petali rossastri e bulbi tondeggianti, che la racchiudono come fosse un carciofo elegante.
Sotto le intendenze dell’area protetta, rientra anche la marina di Santa Caterina, con la sua Torre dell’Alto, detta anche di Santa Maria dell’Alto. È un’ex struttura fortificata posta a strapiombo sul mare, realizzata su idea del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo e conclusa dal costruttore neretino Angelo Spalletta, nel 1569.
La torretta, ancora visitabile, segue una struttura molto semplice. È, infatti, divisa su due piani, poiché ospitava sia le guardie, disposte al primo piano, sia il cibo. Bisogna salire per l’ampia scalinata e superare le tre arcate dell’ingresso, scolpite nel tufo, per entrare al piano terra, una volta adibito a magazzino. Qui è ancora conservata la cisterna per l’acqua.
A nord si trova, invece, ciò che rimane della Torre Uluzzo, conosciuta anche come Crustano. Fu Leonardo Spalletta a costruirla, nel 1575, per volere di Alfonzo de Salazar. La sua forma classica, a tronco di piramide, è indicativa delle torri del periodo cinquecentesco. Difatti, questa struttura custodiva alcuni piombatoi, ancora visibili nella parte rivolta al mare, ovvero feritoie nella roccia, da cui venivano fatti cadere liquidi, spesso bollenti, per annientare il nemico.
Continuando verso nord, dove si estendono gli arbusti di finocchio marino, si trova anche Torre Inserraglio. È affacciata sullo Ionio e ha la stessa pianta della sua “torre gemella”. Infatti, l’interno si dispone su due piani, ma mentre il primo, caratterizzato da una volta a botte, venne suddiviso in due aree, il secondo ospita una sola enorme stanza. Basso e possente, questo edificio d’avvistamento, situato proprio presso la frazione di Nardò che ha preso il suo nome, fu il primo dei tre a essere costruito e, nonostante sia stato abbandonato nel lontano 1842, è ancora possibile scorgere, nello spessore delle mura, la caditoia, rimanenza della cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
In corrispondenza di Torre dell’Alto, c’è anche una grotta emersa, che prende il suo nome, e assieme a Grotta del Cavallo, Grotta Capelvenere e Grotta di Uluzzo è il luogo di elezione di numerose specie della flora e della fauna, e, per questa ragione, anche punto d’incontro di sub esperti e appassionati di gite e immersioni.
A pochi metri dal tratto costiero, è possibile avvistare anche gli affascinanti furnieddhi, costruzioni in pietra scura che venivano utilizzati in epoca contadina, per riporre gli attrezzi.
Il Parco finisce con l’area paludosa del Capitano, al confine con Sant’Isidoro, piccola località nota per la sua spiaggia dai colori tropicali. Qui, tra i canneti, abitano diversi rettili e anfibi, ma anche numerosi esemplari della fauna avicola locale.
L’area protetta è accessibile da due punti: arrivando da Santa Caterina, basterà scendere le scale, sotto Torre dell’Alto, per arrivare subito alla piccola spiaggia di ciottoli che si dispone sul mar Ionio.
Oppure, sempre partendo da Santa Caterina, si può decidere di raggiungere la parte Nord, per addentrarsi a piedi verso l’accesso che si trova alla fine del sentiero sconnesso, popolato dalle cicale, che immette nella discesa del parco.
Masseria&Spa Luciagiovanni
Via Antonio Fogazzaro,
73100 Lecce
Italia
Privacy Policy – Cookie Policy – Aggiorna le preferenze sui cookie
Tel.: +39 0832 1791831
Tel.: +39 3807739486